Le motivazioni alla base della costituzione della Fondazione, come espresse nell’Atto Costitutivo, sono le seguenti:
“Viviamo oggi un momento storico di rapidissima evoluzione delle tecnologie. In particolare, l’evoluzione delle tecnologie dell’informatica e delle telecomunicazioni (ICT, Information and Communication Technologies) permette la realizzazione di prodotti e servizi sempre nuovi, che determinano nuovi paradigmi operativi in molti ambiti della società. Questi si diffondono con grande rapidità, modificando profondamente e in poco tempo comportamenti che sembravano ben consolidati.
Vecchi mestieri, professioni e mercati vengono sostituiti da modi di operare completamente nuovi. Per questi fenomeni, è stato coniato il termine “disruptive innovation”, per sottolineare il fatto che spesso l’innovazione sconvolge mercati e sistemi di valori da lungo tempo consolidati.
I nuovi paradigmi prodotti dall’innovazione digitale richiedono nuovi sistemi di regole che permettano di distribuirne in modo equo i potenziali benefici fra tutti i componenti della società. Ma la velocità del cambiamento è così rapida che l’adeguamento delle regole ai nuovi contesti avviene con molto ritardo, e con grandi difficoltà.
Questi ritardi e difficoltà derivano dalla natura dei nuovi prodotti e servizi, molto spesso profondamente diversa da quella dei prodotti e servizi che intendono sostituire, e dalla complessità e ampiezza dei problemi che essi pongono al regolatore. Questi, spesso, non dispone di strumenti conoscitivi adeguati. Inoltre, deve confrontarsi con gruppi di potere consolidati e ben rappresentati in sede politica, che si oppongono al cambiamento. Infine, la natura globale della rete crea problematiche che non possono essere affrontate solo con un’ottica locale, e questo complica e ritarda ulteriormente la identificazione di soluzioni adeguate.
Per superare questi problemi si cercano spesso delle scorciatoie, adattando forzatamente le soluzioni adottate in passato ai nuovi paradigmi, ignorando o fraintendendo la natura e le potenzialità delle tecnologie coinvolte. Le soluzioni così proposte hanno inevitabilmente breve durata, poiché i nuovi paradigmi richiedono quasi sempre un ripensamento profondo e una rifondazione dei principi di base.
Gli esempi sono numerosi e noti a tutti. Basterà citare le problematiche della protezione dei prodotti dell’ingegno nel nuovo contesto della rete globale, della protezione dei dati personali e della privacy, della conservazione dei dati sensibili in data center geograficamente distribuiti al di là dei confini nazionali, della necessità di bilanciare il diritto alla privacy del cittadino con la necessità di garantirne la sicurezza, della necessità di garantire una trasmissione “neutrale” dei contenuti informativi sulle reti di telecomunicazione e al contempo di permettere la sostenibilità economica di tutti gli attori coinvolti, delle problematiche di natura fiscale poste da organizzazioni che offrono servizi attraverso la rete globale, della crescente concentrazione della ricchezza del pianeta in un numero limitato di imprese in condizioni di sostanziale monopolio, dei rischi derivanti dalla mancanza di controllo sull’uso di algoritmi computerizzati di trading nei mercati finanziari globali, e così via.
L’adattamento dei sistemi normativi ai nuovi paradigmi operativi prodotti dalle tecnologie dell’informatica e delle comunicazioni è oggi una priorità assoluta, cui i governi di tutti i Paesi, e in particolare del nostro, non possono sottrarsi. Esso richiede competenze interdisciplinari, approfondite e continuamente aggiornate, che la velocità dei processi di innovazione rende molto difficili da formare nei tempi necessari.
E’ un dato di fatto che le università, che dovrebbero essere il luogo istituzionalmente dedicato a questa formazione, non sono oggi, nel nostro Paese, in grado di reagire con tempestività a queste esigenze, per una cronica carenza di risorse e, ancora una volta, per la estrema rapidità dei cambiamenti in atto. In estrema sintesi, come da più parti è stato affermato, stiamo perdendo il controllo delle tecnologie, e ciò richiede interventi urgenti.
La Fondazione P&R nasce con lo specifico obiettivo di contribuire a ridurre queste difficoltà, nella convinzione che la soluzione possa essere ricercata solo attraverso iniziative di medio periodo, finalizzate a favorire la crescita di una nuova generazione di personalità mature, consapevoli dei molteplici aspetti e dei valori coinvolti nella gestione e regolazione dell’innovazione digitale, che possano contribuire efficacemente alla definizione dei nuovi sistemi di regole, per il sistema Paese del suo complesso o per le singole imprese, le Pubbliche Amministrazioni, le organizzazioni del Terzo Settore.”